Il ciclo di incontri è stato organizzato dal Servizio di Psicologia Ospedaliera AUSL di Imola, il Centro Disturbi Cognitivi AUSL di Imola e dall’Associazione Alzheimer Imola ed era rivolto ai care givers dei malati di demenza.
Le demenze rappresentano la quarta causa di morte nella popolazione anziana con oltre 65 anni nei Paesi Occidentali, con una crescita costante dovuta al progressivo allungamento della speranza di vita. Esse rappresentano un esempio eclatante della modificazione dei bisogni socio sanitari della nostra società, che oggi si spostano sempre più sulla cronicità e richiedono una revisione complessiva dell’assetto delle cure, una ridefinizione degli obiettivi e degli strumenti per valutare gli interventi nel momento in cui la guarigione non rappresenta più un esito possibile Il deterioramento cognitivo cronico, infatti, non è guaribile, ma è possibile prendersi cura al meglio dei malati formandosi ed informandosi.
“Prendersi cura di una persona con disturbo di memoria e deterioramento cognitivo spesso può essere reso difficile dalla mancanza di strumenti e di informazioni utili ad affrontare positivamente e produttivamente i problemi quotidiani – spiegano gli organizzatori – Questo, oltre a provocare difficoltà nell’assistenza della persona anziana con deterioramento, può indurre a sentimenti di sconforto e ad un forte senso di abbandono nel familiare che presta le cure. Per far fronte a questa situazione è utile acquisire conoscenze, strategie, tecniche pratiche e informazioni sulla rete dei servizi del territorio”.
La costante e positiva collaborazione tra Ausl di Imola e Associazione Alzheimer Imola ha quindi dato vita a questo progetto, con 5 incontri di due ore, che si sono tenuti presso la Sala riunioni del Dipartimento di Salute Mentale, Piazzale G. Delle Bande Nere 11, Imola. “Questi incontri, del tutto gratuiti, hanno avuto lo scopo di fornire l’opportunità a chi accudisce malati di demenza di aumentare le conoscenze sulla malattia, rendendoli più consapevoli di cosa aspettarsi oggi e in futuro e di cosa possono fare per i loro cari, anche aumentando il proprio benessere personale e sentendosi meno soli”